RECENSIONI: La Nebbia del Mare del Nord, di David Sodergren

SINOSSI DAL SITO INDEPENDENT LEGIONS: Muriel McAuley ha vissuto tutta la vita nel villaggio di pescatori scozzese di Witchaven. È nata lì e intende morirci. È la sua casa, lo scrigno di tutti i suoi ricordi. Ma quando un multimiliardario americano minaccia di sfrattare gli abitanti dalle loro case e di radere al suolo Witchaven in nome del progresso, tutto sembra perduto... fino al giorno in cui la nebbia del Mare del Nord non si insinua nell’entroterra. Muriel è anziana, ma non ha intenzione di arrendersi. E soprattutto è disposta a tutto. L’Haar, la misteriosa foschia che proviene da oltre le gelide onde del mare porta la redenzione... la follia e la morte. Quali misteri oscuri si celano nella nebbia che infesta le storie di pescatori e popolani?


COMMENTO: 

Independent Legions continua imperterrita a portare in Italia opere di qualità assoluta. Su questo blog l'avevate già visto con la recensione di "The Black Lord" e oggi lo ribadiamo con l'altrettanto ottimo "La Nebba del Mare del Nord" ("The Haar" in lingua originale) di David Sodergren. E potete starne certi, in futuro parleremo spesso di questa CE nostrana.

Ma torniamo  all'opera dello scrittore scozzese, che vanta già un curriculum di tutto rispetto ma che in Italia è edito appunto per la prima volta (a meno che non mi sia distratto) con questo romanzo non particolarmente lungo ma dannatamente intenso. Una storia meravigliosa e toccante, una sorta di folk horror nel quale convergono abomini simil-cosmici, mostruosità acquatiche e, udite udite, forti dosi di romanticismo. 

Perché se in qualche modo volessimo iper-riassumere "The Haar", potremmo dire che si tratta di una storia d'amore. Certo, una storia d'amore bagnata da ettolitri di sangue e altri liquami, corrotta da carni che si sfaldano, teste decapitate e gente assorbita da blob informi, ma pur sempre una storia d'amore.

Il tutto benedetto dalla penna delicata ma suggestiva di Sodergren, a suo agio sia nella descrizione delle nebbiose lande scozzesi e del tumultuoso mare del nord, sia nel dare un'anima alla protagonista Muriel, vedova ultraottantenne che non riesce a dimenticare il marito scomparso fra i flutti dell'oceano, ma che non si è mai arresa alla vita. Un personaggio indimenticabile, forte come le maree e fragile come le scogliere erose dalla furia del mare. 

Unica perplessità del sottoscritto è la caratterizzazione dei cattivi, che paiono usciti da una catena di montaggio, soprattutto per quanto riguarda lo stile delle loro interazioni con Muriel. Che si tratti del malvagio capitano d'industria, della sua algida segretaria, di ragazzini in cerca di soldi facili o di scagnozzi più rodati, parlano e si atteggiano tutti allo stesso modo, finendo col risultare, talvolta, delle macchiette. L'impressione, in realtà, è che la cosa sia voluta e studiata da parte di Sodergren, atta a sottolineare l'enorme differenza, morale in primis, che intercorre fra la protagonista della vicenda, donna sensibile e legata alla propria terra e ai propri ricordi, e i diversi villain della storia, uomini e donne senza scrupoli mossi dal profitto e privi di scrupoli e rispetto nei confronti della natura. Di fatto, proprio il conflitto fra progresso e natura è uno dei temi portanti di "The Haar" (in questo senso, il lavoro di Sodergren assume almeno in parte i connotati di un eco-vengeance), e lo si denota non solo da quello che succede all'interno della vicenda, ma dal comportamento e dalle relazioni che si instaurano fra i personaggi, per cui è molto probabile che la scelta di caratterizzare in tal modo i villain, rendendoli quasi dei "cartonati", sia del tutto voluta.

Quale che sia la motivazione poco importa, in realtà: la scrittura di Sodergren è talmente potente ed evocativa che si soprassiede senza alcun problema, e quindi si rimane ammaliati da questa breve ma intensa storia che mescola sapientemente orrore e romanticismo, delicatezza e improvvise esplosioni di brutalità, lievi carezze e litrate di sangue sui muri. Perché grazie a una protagonista indimenticabile, luoghi che sembrano sospesi in una dimensione oltre lo spazio e il tempo, creature più antiche degli uomini e un finale che lascia il segno, "La Nebbia del Mare del Nord" si rivela un viaggio. Uno di quelli belli, di quelli che rimangono dentro di noi, che ci arricchiscono e che con il passare del tempo forse possono sbiadire, celati dalle brume dell'oblio, ma senza lasciarci mai del tutto.

Come un'eco. 

Un'eco lontana che, seppur delicata, di tanto in tanto riesce a vincere i flutti del mare e sovrastare la furia delle onde. 

Proprio come Muriel.



DISCO DA ABBINARE: Lunar Shadow - Wish to Leave, perché il terzo (e per il momento ultimo) della band tedesca propone ancora una volta l'heavy metal tradizionale con la vena malinconica che la contraddistingue da sempre, ma in questo caso le sonorità si fanno ancora più soffuse, dark e romantiche, creando l'atmosfera perfetta per evocare le lande nebbiose e fare da colonna sonora alla struggente storia di Muriel.

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