RECENSIONI: Alessandro Girola - Il Cavaliere e la Reliquia


SINOSSI DA AMAZON: In un continente che evoca l'atmosfera dell'Europa tardo-medioevale, la magia, o meglio l'alchimia, e le creature mostruose sono una realtà tangibile. Oltre a subire a una guerra devastante tra due potenti regni e i loro alleati, il mondo è minacciato anche dall'insorgere di un'epidemia di peste. Lionel di Costanza, un cavaliere privo di causa e fede, è costretto dalle circostanze a intraprendere una missione per conto di un sacerdote fervente, ancorato al credo nella Vergine e nei santi. Questa impresa costringerà Lionel ad affrontare orrori indicibili e a mettere in discussione i suoi principi morali, in un mondo dove il confine tra bene e male è più sfumato che mai.

COMMENTO
Si legge in fretta (e con piacere!) l'ultima fatica di Alessandro Girola, una novella dark fantasy autoconclusiva che in poco meno di cento pagine ci getta in un mondo dagli afflati tardo medievali, dove regnano magia, guerra, religione e valori cavallereschi (o presunti tali).
"Il Cavaliere e la Reliquia" è una lettura veloce e disimpegnata, laddove il termine "disimpegnato" non vuole assumere una connotazione negativa, e tanto meno va letto come sinonimo di superficiale, semmai come un ottimo divertissement che regala un paio d'ore di buon intrattenimento. 
C'è un buon worldbuilding con riferimenti al nostro mondo medievale, sia attraverso la scelta di alcuni nomi, sia grazie ai vari rimandi religiosi che strizzano l'occhio al cristianesimo, troviamo un'ottima atmosfera dark, respiriamo un senso di cupo fatalismo e ci troviamo a perderci con immenso piacere nell'Intramundum, una dimensione che rappresenta il negativo della realtà, dove la magia nera è lasciata libera di fluire e nell'oscurità strisciano creature oscene e indicibili. In mezzo, Lionel di Costanza, classico eroe stanco e riluttante e altrettanto classico cavaliere che si ritrova a imbarcarsi in una QUEST che metterà a dura prova il suo coraggio, ma soprattutto le sue credenze e i valori apparentemente incrollabili.
In questo senso, al di là degli svariati combattimenti, delle scene d'azione e dei passaggi maggiormente orrorifici - il tutto ben scritto con uno stile piano e privo di sbavature - quel che rimane più impresso della storia è il notevole finale, dove grazie a un anticlimax magistrale, Girola dona una profondità maggiore all'intera vicenda, permettendo una lettura ancor più interessante sia della psicologia dei personaggi principali, sia delle tematiche trattate nelle poco più di novanta pagine a disposizione.
Il che è sempre grasso che cola, dal mio punto di vista.




DISCO DA ABBINARE: Evangelist - Deus Vult, perché il roccioso epic doom medieval-religioso dei polacchi ben si confà alle atmosfere lugubri e decadenti evocate da Girola. 

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