RECENSIONI: Michael Fletcher - Lei Sogna nel Sangue

Sinossi dal sito LETTERE ELETTRICHE: Attratto dai frammenti del suo stesso cuore di ossidiana, Khraen segue il sentiero che lo conduce a sud, verso isole quasi del tutto ignorate dalla Gilda dei Maghi. Divenute ormai un rifugio per gli emarginati di tutto il mondo, quelle terre sono teatro di conflitti tra tribù guidate da necromanti e stregoni e tormentate dai fantasmi di divinità selvagge e primitive. Ogni frammento ritrovato permette a Khraen di scoprire sempre di più sull’uomo che è stato un tempo.

C’era un Impero.
C’era una dea.
E lei sognava nel sangue.

COMMENTO
"Il Sentiero di Ossidiana" si tinge definitivamente di sangue. Vermiglio. Bollente. Maleodorante. Con il secondo capitolo della Trilogia, sapientemente portato in Italia dai ragazzi di Lettere Elettriche, Fletcher spinge l'acceleratore riempiendo le pagine di grande azione, ma allo stesso tempo andando sempre più in profondità e lavorando di cesello sui personaggi e sulle loro relazioni.

Ovviamente, oltre a questo, lo scrittore di origini canadesi va a sviluppare le tematiche che erano già il cuore pulsante del primo, notevole, "Cuore di Ossidiana". Se nel primo capitolo della trilogia, tuttavia, l'interesse di Fletcher virava principalmente sul tema della memoria e dell'identità, a questo giro, in maniera coerente con lo sviluppo e le rivelazioni riguardanti il protagonista Khraen, si sofferma su una raffinata e intrigante disquisizione sul concetto di MALE.

Cosa è il Male?
Esistono persone realmente malvage, o esistono solo persone che compiono azioni malvage?
Esiste, in qualche maniera, un Male necessario e quindi giustificabile, atto a evitare qualcosa di ben peggiore?
E ancora, quante sfumature di Male siamo in grado di concepire?

Sono questi gli interrogativi attorno ai quali si sviluppa la vicenda di "Lei Sogna nel Sangue", un caleidoscopio di 480 pagine dove nulla è quello che sembra in un primo momento e tutto è in perenne divenire, dove le certezze sono destinate a sgretolarsi come castelli di sabbia percossi da onde oscure e impietose. 

Perché non esistono certezze, nel mondo di ossidiana.

La scrittura di Fletcher, figlio degenere e blasfemo di Moorcock, è ipnotica, ricca ed esotica, sempre perfettamente bilanciata fra azione, introspezione e passaggi descrittivi ma mai ridondanti o noiosi. La vicenda rimane sempre scorrevole e ci si ritrova a voltare una pagina dopo l'altra, fino allo sconvolgente e terrificante finale, dove lo stesso autore sembra fornire le risposte ad alcune delle domande che ci ha posto lungo il libro.

Fletcher dimostra nuovamente di essere uno degli autori contemporanei più interessanti e stimolanti in circolazione, per lo meno nella letteratura di genere, ed è un bene che i ragazzi di Lettere Elettriche abbiano iniziato a portare la sua opera nel nostro paese, ritagliando uno spazio per un autore che, altrimenti, rimarrebbe vergognosamente sconosciuto alla maggior parte dei lettori del Bel Paese, ormai assuefatti da romantasy senza arte né parte e fantasy prodotti con lo stampino.

Ora non resta che attendere l'uscita del terzo volume e la chiusura della trilogia, che si preannuncia ancor più devastante e sconvolgente.

DISCO DA ABBINARE: Andracca-To Bare the Weight of Death, perché il black metal degli inglesi è un grimorio di melodie oscure ed epiche, senza lesinare in assalti brutali e spietati e in rimandi più classicamente heavy metal.

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